Non è un mistero che i social network siano oggi una parte integrante della nostra vita.
Per capire quanto influenzino le abitudini quotidiane della popolazione mondiale basta dare un’occhiata a numeri e statistiche: è sempre impressionante, ad esempio, osservare il rapido scorrere, in tempo reale, delle cifre sui counter del portale Internet Live Stats. Così come lo è apprendere quali siano le grandezze social di oggi, esemplificate in questa piccola infografica.
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Se osserviamo la situazione dal punto di vista del business, il fenomeno assume connotazioni decisamente rilevanti. Sono ormai poche le aziende che non hanno almeno un account social, ma anche chi frequenta abitualmente queste piattaforme non sempre ne ha una padronanza esemplare. D’altra parte, gli strumenti che questi canali offrono sono molti, potenti e diversi fra loro: imbrigliarli al servizio della nostra professione – qualunque essa sia – per incrementare clienti, conversioni e guadagni non è semplice. Quello che serve è elaborare una Social Media Strategy efficace; ma da dove cominciare? Ecco una proposta in 3 suggerimenti.
Così come accade per aziende e professioni, allo stesso modo anche i social network hanno differenti caratteristiche ed esigenze. È proprio su di esse che dovrebbe partire la costruzione di fondamenta solide per una Social Media Strategy vincente. Scegliere è infatti necessario: come abbiamo già accennato, le piattaforme sono molte, e ciascuna di esse richiederebbe un’attività dedicata consistente in termini di tempo e risorse. Intraprendere la strada di aprire un account su ciascun social media si tradurrebbe ben presto in una dispersione di energie e di contenuti, con l’unico risultato di ottenere una visibilità inefficace.
Il primo passo dovrebbe quindi occuparsi di stabilire quale (o quali), tra i social network, si adatti meglio alle particolarità del nostro business. La nostra attività comporta la vendita di un prodotto fisico oppure l’utilizzo di un media visivo? Potremmo optare per Instagram o Pinterest. Queste piattaforme sono incentrate sulle immagini e, per questo, danno il meglio di sé nel far vedere quello che facciamo. Per alcune professioni, come fotografi o artigiani, il collegamento è immediato; per altre richiede solo un piccolo passaggio creativo, ad esempio quello di promuovere un’incantevole località turistica con scorci di paesaggio o video delle attività da poter praticare.
Facebook è forse la piattaforma più versatile. Permette di costruire una vera e propria community attorno al nostro brand o azienda e, attraverso di essa, informare, intrattenere, promuovere (a pagamento e non) e dialogare con i clienti attivi e potenziali. Google + è invece particolarmente indicato per i professionisti del web marketing, la cui percentuale tra gli iscritti supera quella di tutte le altre fasce di mercato. Di questa piattaforma è interessante e utile anche la funzionalità che permette di lasciare recensioni.
Sempre a proposito di professionisti, il social d’elezione per il business networking è LinkedIn, che si distingue dalle altre piattaforme soprattutto per il fatto di ospitare perlopiù rapporti B2B (Business to Business). Altro social che si distingue tra gli altri per le sue peculiari proprietà è Twitter. L’elemento più evidente è che permette agli utenti di scambiarsi messaggi testuali di soli 140 caratteri, il che costituisce sia un’opportunità di immediatezza che, allo stesso tempo, il rischio di non riuscire ad emergere.
2- Stabilire un approccio coerente
Operata la scelta riguardante i canali sui quali investire, le successive mosse per l’elaborazione della nostra Social Media Strategy dovranno chiaramente essere modellate sulle caratteristiche specifiche dei canali stessi. Ad ogni modo, fissare un approccio sistematico e coerente in ogni sua parte è un provvedimento essenziale indipendentemente dallo strumento specifico che andrà poi a veicolarlo.
In primo luogo sarà necessario decidere quale immagine vogliamo dare di noi e del nostro business: ambito professionale, competenze, interessi e obiettivi specifici determineranno la connotazione del nostro account social e filtreranno ogni successiva attività. Sottolineiamo che questa è un’impostazione che va decisa a priori e poi non solo mantenuta, ma alimentata e controllata in ogni momento della nostra presenza social. In altre parole, dobbiamo fare branding, a cominciare da quelle che in gergo corporativo vengono identificate come mission e vision di un’azienda.
L’altro lato di questa medaglia è definire il target di pubblico da raggiungere e col quale vogliamo intrattenere dei rapporti: non dimentichiamo infatti che il social non è una vetrina statica o monodirezionale, bensì nasce proprio con lo scopo di mettere in contatto gli utenti e farli interagire fra loro. Decidere con quali persone vogliamo connettere il nostro account contribuirà a rendere più efficace sia il nostro branding che la nostra comunicazione, perché indicherà ad entrambi la direzione da seguire.
L’approccio adottato dalla nostra Social Media Strategy dovrebbe inoltre tenete presente il fatto che i social network non sono siti web e né semplici trampolini strumentalizzabili per veicolare ad essi ulteriore traffico. Al contrario, possono essere molto più di un nodo di passaggio e collaborare attivamente al raggiungimento degli obiettivi professionali. Questi, in ultima analisi, sono per tutti legati alla conquista di nuovi clienti e all’aumento dei guadagni: i social sono per natura armi potenzialmente infallibili di engagement, il che ci porta al punto successivo.
3- Puntare sul contenuto
Il termine inglese engagement significa coinvolgimento e impegno; e si tratta di un impegno serio, dal momento che lo stesso termine traduce l’espressione italiana “fidanzamento ufficiale”. Il customer engagement è quindi da individuarsi in una serie di atteggiamenti che vanno oltre le transazioni di compravendita ed interessano una gamma di interazioni (anche negative) molto ampia. La chiave di questo engagement sta nel chiedersi per quale motivo, oltre al favore per il nostro marchio, qualcuno dovrebbe seguire la nostra attività sui social; la risposta a questo interrogativo, invece, deve stare nel contenuto.
Quale contenuto può essere interessante per il nostro pubblico e, di conseguenza, suscitare engagement? Se questo è sempre stato importante per ogni Social Media Strategy, oggi attira ancora più attenzione anche alla luce del recentissimo annuncio rilasciato da Facebook a proposito di un nuovo aggiornamento dell’algoritmo che regola il News Feed. Tra le altre cose, il social più popolare al mondo afferma esplicitamente che gli interessi degli utenti devono essere privilegiati nel meccanismo social: comunicazione genuina, personalizzabile e rispondente alle reali preferenze dell’audience meritano di dominare le nostre pagine a scapito di annunci promozionali e paid advertisement.
Tutto questo sta a confermare che la migliore strategia per attirare il pubblico e spingerlo ad interagire con ciò che pubblichiamo dai nostri profili social è investire sui contenuti. Se studiati sulle esigenze e sulle preferenze del nostro specifico target di pubblico, informazioni utili e verificate, storie divertenti, immagini accattivanti o video-tutorial faranno plausibilmente il resto del lavoro. Il nostro compito sarà quello di puntare alla qualità e, elemento non trascurabile, di programmare un piano di pubblicazione a frequenza regolare che preveda anche il tempo di monitorare e replicare a commenti richieste degli utenti.
Conclusioni
Non esiste una ricetta definitiva per ottenere una Social Media Strategy vincente, ma esistono tuttavia alcuni elementi che ne possono tratteggiare uno scheletro sicuro. Come abbiamo visto, decidere su quali canali investire, con quale approccio e con quali contenuti possono essere 3 nodi fondamentali nonché un punto di partenza funzionale. Dopodiché, il vero segreto sta nell’investire gli opportuni sforzi per comprendere come declinare questa struttura alla situazione e agli obiettivi specifici. Inoltre è fondamentale essere disposti a sperimentare: non tutto ciò che funziona in un caso lo fa necessariamente anche negli altri. Diamo a ciascuna strategia il tempo di sortire i propri effetti, che potrebbero non essere immediati; se poi non dovesse funzionare, non temiamo di cambiare direzione.
Autore: Stefano Robbi
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