Nel Graphic Design, non ci sono risposte giuste o sbagliate. Da un lato questo è positivo ossia, per ogni nuovo progetto non ci sono limiti alla creatività. Dall’altro, può essere scoraggiante: come facciamo a sapere che quello che stiamo creando non è una completa schifezza?
Inoltre, durante lo svolgimento di un progetto grafico si lavora spesso con scadenze rigide e budget contenuti. Queste pressioni possono compromettere la qualità della creatività e la difficoltà di trovare in modo efficiente le soluzioni ad eventuali problemi che si possono improvvisamente incontrare.
Se hai gli strumenti giusti è possibile pensare in modo creativo e rispettare le scadenze. Oltre le tecniche tradizionali come la ricerca, le collaborazioni, ecc mi piace utilizzare un piccolo strumento chiamato pensiero laterale.
Cos’è il pensiero laterale?
Il pensiero laterale, termine coniato nel 1973 da Edward De Bono e descritto in un libro dal titolo Lateral thinking: creativity step by step, è un insieme di soluzioni tecniche non convenzionali orientate a riesaminare un problema evidenziando nuove associazioni e relazioni che potrebbero non essere chiare quando al problema si accede attraverso il pensiero verticale.
Il pensiero verticale è un pensiero strutturato come una ricetta di cucina dove, seguendo tutte le istruzioni, alla fine non saremo sorpresi da ciò che uscirà dal forno. Si tratta di un processo prevedibile, come il risultato che otterremo.
Viceversa, il pensiero laterale impiega diversi percorsi per risolvere un problema, e questi diversi percorsi possono portare a diverse soluzioni.
De Bono ha spiegato che per tentare di risolvere problemi occorrono più risposte creative che possono arrivare lateralmente riesaminando una situazione od un problema da un punto di vista completamente diverso e più creativo.
Il gatto e il vaso rotto
Immagina che rientri a casa dopo aver trascorso un weekend fuori con la tua famiglia e trovi il vaso preferito di tua madre rotto sul pavimento accanto al tavolo da pranzo. Osservando attentamente la scena del crimine, si dimostra che le impronte del gatto sono chiaramente visibili sulla superficie del tavolo. Ovviamente, il gatto è in grossi guai. Giusto?
L’ipotesi più logica è che il gatto camminava sul tavolo ed urtando contro il vaso, lo aveva fatto cadere sul pavimento. Ma questa è una ipotesi lineare. Che cosa succede se diversifichiamo la sequenza degli eventi?
Un pensatore laterale potrebbe prendere in considerazione che il vaso si è rotto prima che il gatto sia salito sul tavolo. Cosa potrebbe aver causato la rottura del vaso? Forse un piccolo terremoto avvenuto mentre tu ed i tuoi familiari eravate fuori città? La terra tremante, le vibrazioni provocate dal tremore, il vaso cade dal tavolo e si schianta a terra, il gatto si impaurisce e salta sui mobili. Si tratta di una possibile risposta!
Conclusioni
De Bono afferma che il pensiero laterale è necessario per trovare soluzioni a problemi complessi. Difatti gli investigatori applicano il pensiero laterale per valutare le prove, interpretare le fonti e risolvere i crimini poiché la sequenza degli eventi può essere più complessa di come può sembrare a prima vista.
Il pensiero laterale è una tecnica particolarmente utilizzata anche dagli scrittori. Quando si scrive un racconto, per esempio, il pensiero laterale può essere uno strumento efficace per creare colpi di scena.
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